Come membro dell’UEFA partecipa a vari tornei di calcio internazionali, come al Campionato mondiale FIFA e al Campionato europeo UEFA. Nell’iconico mondiale di Messico 1970, l’Italia indossò per la prima volta la maglia bianca in un incontro della Coppa del Mondo: in occasione della gara con Israele, la seconda divisa fu composta dalla maglia bianca abbinata a pantaloncini e calzettoni azzurri. Alla stagione 2005-2006 risale di debutto di una quarta maglia, una divisa palata biancazzurra in stile argentino; un concept che aveva fatto il suo esordio, in quel caso addirittura come prima opzione, tre stagioni prima. La permanenza in Promozione si concluse nella stagione 1976-1977 quando il Maglie si classificò all’ultimo posto, alle spalle del Francavilla, retrocedendo nel campionato di Prima Categoria che nel nuovo assetto dell’epoca occupava il VI livello della piramide del calcio italiano. Quest’ultima era realizzata in tessuto luicido e con logo dello sponsor tecnico in trama, mentre il logo del club era collocato sulla manica sinistra, per lasciar posto, sul petto, allo Scudetto. Lo sfondo della maglia reca in trama il logo del club in serie, che si alterna a un motivo a zigzag; invece, la patch del logo del club, collocata sulla sinistra, è caratterizzata da un effetto 3D. Sul retro, alla base del collo, in bianco, è presente il wordmark del club, introdotto nel 2024. Completano la divisa, calzoncini bianchi (o azzurri), che presentano un inserto triangolare su ogni lato e il logo del club sulla destra, e calzettoni azzurri con risvolto cerchiato da due strisce bianche e logo del club impresso sulla parte anteriore.
Una prima variante fu realizzata per la Champions League – con l’aggiunta di dettagli in platino (bordo intorno al logo del club e nomi e numeri di maglia), con l’inversione dei colori degli inserti ai lati del collo e con l’aggiunta della scritta SSC NAPOLI, in luogo del logo alla base della nuca. Bianchi sono gli orli delle maniche, gli inserti rettangolari sulle maniche, nella parte adiacente al corpino, e gli inserti triangolari sui fianchi del corpino, due per lato, uno nella parte superiore, di dimensioni maggiori, che percorre il corpino per oltre la metà, con la base contigua all’inserto sulla manica, e il vertice rivolto verso il basso, e uno di dimensioni assai ridotte, con la base collocata sull’orlo e la punta rivolta verso l’alto. NOTA: Per le informazioni sulle rose successive al 1948 visionare la pagina della Nazionale olimpica. La prima azienda di abbigliamento sportivo a produrre materiale tecnico per il club napoletano fu la Ennerre, dell’ex calciatore Nicola Raccuglia, che realizzò le divise per il biennio 1976-1978. Invero, in quegli anni, le norme federali ancora vietavano la pratica delle sponsorizzazioni, sia per i fornitori tecnici, sia per gli sponsor commerciali, pertanto il marchio Ennerre non poté comparire sulle casacche della squadra azzurra.
Per la stagione 1967-1968 si decise di promuovere a seconda opzione la maglia rossa già usata una tantum negli anni precedenti; la stessa scelta sarà ripresa nell’annata 1980-1981 e poi, da parte dello sponsor tecnico Diadora, per il campionato 2008-2009. Frattanto, nella stagione 1982-1983 si segnalò una prima, vera novità da un decennio a quella parte, con la seconda divisa bianca che venne arricchita da pinstripe giallorosse, tinte queste ultime che riprendevano i colori cittadini. Champions League 2022-2023 sono state adoperate versioni specifiche della divisa da trasferta e della terza divisa, ma non della divisa casalinga. Nel campionato di Serie B 1964-1965 il presidente azzurro Roberto Fiore, per scaramanzia, decise di cambiare in corsa la maglia del Napoli: in quel torneo gli azzurri, impegnati nella corsa-promozione, giocarono molte gare con l’allora seconda divisa, bianca con sbarra azzurra. Per la gara interna del 18 aprile 2021 contro l’Inter viene presentata una speciale divisa, frutto della collaborazione tra lo sponsor tecnico Kappa e il marchio di moda Marcelo Burlon County of Milan. Calzoncini e calzettoni, entrambi a tinta unita, sono dotati dei loghi di club e sponsor tecnico. La prima maglia a essere «firmata» ufficialmente con il logo dello sponsor tecnico, grazie alle nuove disposizioni della Federazione, fu quella del torneo 1978-1979, realizzata da Puma, la cui partnership con il Napoli ebbe durata biennale.
Completano la divisa i calzoncini a tinta unita (bianchi o azzurri) – muniti di logo societario (a destra) e numero di maglia (a sinistra) – e calzettoni azzurri (con logo del club sul fronte e risvolti bianchi). Ancora più evidenti, invece, le fluorescenze, questa volta in giallo, sulla versione «europea» della divisa 2018-2019: oltre che per nome e numero di maglia, il giallo fluo fu utilizzato anche per loghi dello sponsor tecnico (a eccezione di quelli più prossimi agli orli dei calzoncini), scritta SSC NAPOLI sotto la nuca, tessuto di giunzione tra maniche e corpino, porzione di tessuto nella parte bassa del posteriore del corpono, orli (solo per metà) delle mezze maniche, risvolti dei calzettoni, paramontura e bottone del colletto. Con la stagione 2007-2008, successiva al ritorno in Serie A dopo il fallimento del 2004, Diadora riportò in auge il rosso degli anni 1960 per la terza divisa napoletana. Il completamento fu raggiunto dopo due anni e mostrò un complesso di rilievo internazionale.
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